Pagina del diario: sul tempo
- Alice Gaglianò
- 26 ott
- Tempo di lettura: 3 min

Sappada, 26/10/25
Il tempo di scaricare la macchina, ed è subito arrivata una forte pioggia.
Da un lato ero felice: mi ha dato il tempo di fermarmi per un’oretta prima di andare a fare una passeggiata con Argo. Così ho potuto finire di leggere "Il tempo del bosco", titolo più che mai azzeccato, visto dove mi trovo.
Nelle ultime pagine l’autore riflette sul padre adottivo, sul suo modo di affrontare la vita e quelle parole mi hanno inevitabilmente commossa, perché mi hanno ricordato molto mio papà. Ed è anche per questo che sono qui.
Una parte di me, però, stamattina aveva paura. C’era una vocina dentro che mi diceva:
“Ma perché devi avere questo bisogno di andare lì, in mezzo al nulla? Perché non resti a casa tua, con le tue comodità, a vivere normalmente questi giorni?”
Non credo ci sia una risposta razionale. È stato un richiamo.
Qualcosa a cui non potevo dire di no.
In parte c’è sempre la voglia di mettermi alla prova.
In parte sapevo che, nel profondo, stavo rispondendo a un mio bisogno.
E infatti, ora, al buio, in mezzo alle montagne, alla fine paura non ne ho.
Era la cosa giusta.
Il tempo è uno dei primi temi che ho affrontato in queste ore da sola con me stessa.
È incredibile quanto la vicinanza con la tecnologia ce lo risucchi.
E quanto lo abbiamo sempre sott’occhio: sappiamo che una storia di Instagram dura 15 secondi, un reel un minuto, una canzone tre, un podcast un’ora, una call mezz’ora.
Sappiamo quanto dura un volo, un tragitto su Google Maps, l’attesa di un bus, di un treno.
Siamo circondati da strumenti che ci dicono quanto tempo passa eppure ci sfugge più che mai.
Facciamo fatica a far cristallizzare i ricordi, perché dobbiamo subito passare al prossimo.
Forse è per questo che sono venuta qui a quasi trent’anni.
Durante la mia infanzia credo di aver vissuto davvero delle estati lente.
Non perché non lavorassi, ma perché non avevo un telefono, non credo nemmeno di avere avuto un orologio (li perdevo sempre).
E quando parlo di estati lente, non parlo solo di vacanze fuori: parlo anche delle giornate vissute a Milano.
Mi chiedo spesso come le passassi. Certo, giocavo, mangiavo, guardavo i cartoni… ma poi? Dove vagava la mia mente?
Sono qui perché voglio fissare quei momenti prima di andare avanti.
Voglio ritrovare la bambina che ero, per capire chi sono diventata.
Spero che questo luogo mi aiuti a ricordare cosa pensavo e come pensavo.
Certo, mi ricordo bene dei miei tratti distintivi: ero già molto creativa, avevo una fervida immaginazione, ero curiosa e anche troppo empatica.
Ma ora voglio risentire quella dilatazione del tempo che si prova quando rivedi un luogo vissuto quasi vent’anni fa.
Dire queste parole non mi fa sentire “vecchia”.
Anzi, in qualche modo unisce in un’unica figura questa Alice che ha vissuto quasi trent’anni, mi fa sentire meno frammentata.
La causa di quella frammentazione che ho sentito spesso, oltre ovviamente ai traumi, credo sia anche questa mania di misurare il tempo.
Siamo sempre più bravi a quantificarlo, ma sempre più incapaci di viverlo.
Potrei andare avanti per ore, perché da qui nascono mille altri temi:
la difficoltà di annoiarsi, l’incapacità di gestire il tempo libero, la quantità di stimoli che ci travolge e non lascia spazio a noi stessi, figuriamoci agli altri.
E quando finalmente troviamo un momento di spazio, siamo stanchi.
Non fisicamente, ma mentalmente.
Abbiamo la mente troppo piena di tutto.
E non ci rimane più spazio per non pensare.
Sono appena le sette e mezza, eppure ho già cenato.
Complice, forse, anche il cambio dell’ora e mi fa sorridere che proprio oggi ci sia stata questa coincidenza.
Oggi che ho passato la giornata a pensare al tempo, ancora una volta abbiamo deciso di mandarlo indietro, come se volessimo guadagnarne un po’ di più.
Chissà se sarà questa l’esperienza che nella mia vita ricorderò come quella che ha cambiato la mia percezione del tempo, o se invece resterà una ricerca costante.
Chissà se proprio questi boschi sapranno dirmi qualcosa che avevo dimenticato.




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