Niente cervi a Cervinia
- Alice Gaglianò
- 2 dic 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 3 dic 2024

Dal nome promettente della località avrei davvero tanto voluto vederli attraversare le piste, ma ci siamo accontentati di un avvistamento di stambecchi dalla cabinovia.
Questa domenica sono stata a Cervinia a sciare, e sì, dico “sciare” anche se faccio snowboard, perché “snowboardare” non esiste e “andare sullo snowboard” è troppo lungo.
Una grossa pecca della mia meravigliosa città, è che se non sai sciare, diciamo che d’inverno ti senti escluso, soprattutto da ragazzo.
“Ma come figa, ma non sai sciare?” (da leggere con accento milanese estremo)
No, fra'. Mia madre i suoi sci li aveva appesi al chiodo prima che nascessi, e mio padre, calabrese, faceva solo sci di fondo.
Questo sapevo fare fino a due anni fa, sci di fondo. Avevo anche preso lezioni di skating, la versione più dinamica, ma comunque super impegnativo. Onestamente, roba per bambini montanari con una naturale propensione al lavoro duro. E io non lo ero.
Quindi sì, ho imparato a quasi 27 anni.
Imparare da adulta? Com’è stato?
Una merda. Ovviamente. Più sei grande più hai paura.
Intanto il tuo baricentro non è quello di un bambino, che se cade al massimo si ritrova con il ginocchio a due centimetri dalla neve. Se tu, adulto, cadi, probabilmente ti procuri uno di quegli infortuni che ti porti dietro per il resto della vita. Ma poi, ci pensi che sbatti farsi male da grandi? Non ti puoi nemmeno far figo con gli amici e flexare il gesso, no: devi stare fermo settimane, non puoi guidare, non sei autonomo, perdi tutta la massa muscolare continuando però a pagare la palestra, e devi comunque andare a lavoro. Insomma, nessun vantaggio.
E già questo potrebbe essere sufficiente per scoraggiarti. Ma pensa essere un adulto, e soffrire pure d’ansia! Cioè, avere un cervello che non è in grado di distinguere tra situazioni eccitanti e stimolanti e il preludio a una catastrofe: ogni esperienza potenzialmente adrenalinica diventa una valle della morte. E per chi soffre d’ansia qualsiasi cosa potrebbe essere la valle della morte, persino andare all'Esselunga. Figuriamoci una pista da sci piena di gente incapace (quanto o più di te), e di gente che è totalmente dalla parte opposta sullo spettro e che non ha la minima percezione del pericolo.
Ma nonostante questo, ce l’ho fatta.
E onestamente sono molto fiera di me. Ovviamente ho iniziato snowboard in un periodo in cui stavo bene e il mio cervello collaborava, ma questa domenica la situazione era molto diversa: sapevo che per me sarebbe stata una sfida difficilissima. Era il primo rientro in pista della stagione, in un periodo in cui l'ansia è tornata a manetta. Ma, la sera prima ho pensato: "Figa Alice, ma st'estate hai preso una moto da sola girando delle isole che non conoscevi in mezzo all'oceano, hai provato surf, nuotato coi delfini, cose assurde che pensavi non avresti mai fatto: ora ritira fuori ciò che avevi dentro e vai cazzo, che sei capace." E sicuramente mi ha aiutata motivarmi così come una personal coach, ma in generale ho anche riflettuto sul quanto poi in realtà mettermi alla prova mi gasi sempre di brutto. E quindi, vorrei fare un applauso anche a tutti voi che vi siete ritrovati un po' in una situazione simile, e siete riusciti a motivarvi e ad andare oltre le vostre paure, bravi tutti.
Cervinia
E così, due anni dopo la prima lezione, mi ritrovo sulle piste di Cervinia. E sì, comunque ho ancora paura di cadere (infatti indosso il paraculo). Ma a sto giro è successo molte meno volte. Di neve ce n'era abbastanza anche se non era proprio freschissima, e se sono riuscita a sciare io...
E nonostante alcune discese dalle seggiovie non fossero il top ce l'ho fatta anche a superare questa paura! Credo fosse davvero la parte che più mi terrorizzava dello snowboard, scendere dalla seggiovia. Comunque a Cervinia ci si arriva in due ore e mezza da Milano, lo skipass per rimanere sul lato italiano non è eccessivamente caro, ma il noleggio dell'attrezzatura e il cibo sì. Roba da lasciargli davvero una stella su google recensioni.
Ovviamente a un certo punto abbiamo sbagliato pista e ci è toccato fare lo stesso impianto di risalita due volte, un po' anche per colpa mia che ci metto sempre 10 minuti abbondanti a capire le mappe dei comprensori.
Non siamo ancora in alta stagione, e infatti le code per le seggiovie scorrevano velocissime (ho visto scene davvero raccapriccianti l'anno scorso), ma comunque di gente ce n’era, soprattutto persone che andavano all’indietro senza guardare la strada e che quindi mi sono venuti addosso tranciandomi con i loro maledetti sci.
Comunque la cosa importante è stata riuscire a staccare la testa in un periodo in cui pensavo non sarebbe stato possibile. Merito della compagnia, sicuramente, della fortuna che abbiamo avuto nel trovare una splendida giornata, ma anche un po’ della fiducia che ho in me stessa.
Quella fiducia che riesce a non spegnersi mai del tutto, ma so che è lì, anche se a volte non riesco vederla. Un po’ come i cervi a Cervinia.





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