top of page

Bormio, pizzoccheri, e un ponte nel cielo

  • Immagine del redattore: Alice Gaglianò
    Alice Gaglianò
  • 10 giu
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 13 giu

ree

Una fuga dopo mesi


Beh, in realtà non è passato così tanto tempo dal mio ultimo spostamento: sono stata a Palermo il 12 aprile, ma solo per due giorni, ed è stato un weekend anche piuttosto impegnativo. Il fatto è che con tutte le festività che ci sono state, tra Pasqua, 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno, questi due mesi mi sono sembrati infiniti. E non tanto per il tempo, ma perché io sono rimasta sempre a Milano.


Quindi questo weekendino, anche se ancora più breve del mio viaggio in Sicilia visto che sono stata via solo una notte, mi ha fatto un effetto completamente diverso. Perché questa volta dovevo fare solo una cosa: rilassarmi, cazzo.

E sarà che le ultime sedute con la psicologa sono state particolarmente intense, o sarà che fino a maggio ho provato una forte sensazione di avere l’acqua alla gola finché non sono arrivate le prime fatture importanti per il mio lavoro da freelance, insomma, gli ultimi tempi non sono stati proprio una passeggiata.


E qui per fortuna entrano in gioco loro: i punti fragola dell’Esselunga. Che, vista la loro imminente scadenza, ho usato fino all’ultimo per regalarmi anche due ingressi ai Bagni Vecchi di Bormio.



Il culto del rilassamento


Se non è il mio primo articolo che leggete, forse un po’ lo avrete capito: tutto ciò che riguarda il benessere del corpo e della mente mi affascina particolarmente. Dalla meditazione, allo yoga, alla salute mentale, ma anche la pratica dei massaggi, e appunto, le terme. Se avete mai avuto la possibilità di provare quella sensazione di leggerezza e purificazione dopo un paio di saune, saprete bene di cosa parlo. 

Quella percezione di avere il corpo completamente sciolto e la mente svuotata


E se invece fate parte di quelle persone che dicono “Boh, a me le terme non dicono nulla” vorrei chiedervi: ma come si fa? Cioè, le avete provate? Forse spaventa il fatto che per ore non si fa apparentemente “nulla”, e che ci sia il rischio di annoiarsi

Eppure guardate che rilassarsi richiede un certo tipo di sforzo e paradossalmente, di controllo. Ma in realtà viviamo in un periodo in cui annoiarsi è difficilissimo, e forse è proprio questo il punto: il far niente in maniera attiva ci disorienta. Persino mentre ci prendiamo cura di noi stessi siamo bersagli di sensi di colpa e FOMO. Quindi io nelle terme ci vedo quasi una forma di resistenza: un elogio alla lentezza, al corpo che si riprende lo spazio e il tempo. E poi scusate, ma se già gli antichi Romani l’avevano capito, chi siamo noi per dire che le terme non sono importanti?



Le terme come rituale antico


Una vasca calda a cielo aperto, magari con le montagne intorno e il vapore che si alza nell’aria come se fosse un piccolo incantesimo… ahh. Ed eccoci qua. Soprattutto in un luogo come i Bagni Vecchi di Bormio non posso fare a meno di pensare agli antichi romani. Si hanno testimonianze dell’utilizzo delle acque termali della zona da fonti latine certe risalenti al 536 d.C., ed è noto che loro avevano reso le terme un pilastro della vita quotidiana, non solo come luogo di benessere, ma come spazio sociale, culturale e persino politico.

Nel libro “Un giorno nell'antica Roma”, Alberto Angela racconta come il rito termale servisse anche per scandire il tempo dei cittadini: dal tepidarium al calidarium, dal frigidarium alle stanze per il relax, ogni passaggio aveva un senso preciso. Le terme non erano solo il luogo dove i corpi si purificavano ma anche dove le idee si scambiavano, i pettegolezzi correvano e le decisioni si prendevano.


Oggi, tutto questo mi sembra molto lontano. Andare alle terme è percepito come un lusso raro e una coccola da concedersi ogni tanto, non come una parte integrante della nostra routine o come luogo d’incontro con gli altri. Anzi, se troviamo troppe persone siamo anche un po’ scazzati.

E trovo molto triste che in un’epoca in cui siamo iperstimolati, sia così difficile restituire importanza al tempo che serve solo a farci stare bene.

I Romani l’avevano capito: il corpo ha bisogno di silenzi caldi, di pause consapevoli e di lentezza rituale.



Ma quindi la Lombardia non è solo Milano?


Pazzesco, vero? La verità è che la Lombardia, soprattutto dai non lombardi, è sottovalutata. Sarà perché Milano oscura tutto il resto, sarà perché non c’è il mare, ma questa regione dai non residenti è snobbata e poco conosciuta, eppure ha tantissimo da offrire. Se togliamo l’altra meta super rinomata ed instagrammata che è il lago di Como, e che questa estate sembra stia venendo presa letteralmente d’assalto, la prima immagine che ci viene in mente di questa regione è palesemente la Pianura Padana. Ma c’è tutto un mondo a nord della pianura che offre degli scorci quasi incantati


Amo e amerò per sempre il mare, ma è innegabile che la montagna abbia un fascino tutto suo, e che a volte con quel tempo un po’ uggioso e coperto è ancora più maestosa.

Ed è proprio con questo tempo che abbiamo attraversato il Ponte nel Cielo, il ponte tibetano senza funi stabilizzanti laterali più alto d’Europa. Poi è uscito il sole (per fortuna) e dal ponte abbiamo potuto ammirare sia i ghiacciai delle Alpi Svizzere sia delle Alpi Orobie. E infine l’apertura del fondovalle che finisce sul lago di Como, e anche se ci viviamo in questa regione, ci siamo stupiti di quelle viste.


E poi va sfatato un altro mito: mangiare in Lombardia non è affatto triste, come spesso si dice. La Valtellina, oltre ad avere dei paesaggi bellissimi, ha anche molte tradizioni che si percepiscono molto, soprattutto nella cucina. A tutti quelli che dicono che la cucina lombarda offre piatti particolari farei mangiare dei pizzoccheri, o dei casoncelli, o della polenta con la salsiccia, riprendendoli nel mentre, per captare la loro reazione.


C’è un’identità forte, fatta di cose semplici e autentiche. Ed è proprio questa combinazione di paesaggi fiabeschi, cibo confortante e natura accessibile a renderla perfetta per brevi fughe ristoratrici.



Sentirsi altrove senza andare lontano


La notte che abbiamo trascorso fuori è stata solo una, purtroppo, ma il distaccarsi dalla quotidianità aiuta a dilatare il tempo percepito.

E quest'estate non avrò modo di passare molti weekend in Lombardia, ma sto già pensando alla prossima volta che potrò organizzare una o più notti in tenda in questa zona.

Basta questo per tornare a respirare: una tenda, una valle, un posto nuovo.

Quindi, se vi trovate a Milano, sappiate che non serve per forza né un volo né un treno ad alta velocità per sentirsi lontani da tutto.

A volte anche un'ora e mezza di macchina, una montagna che vi sovrasta e la voglia, vera, di rilassarsi, sono sufficienti.

 
 
 

Commenti


Vuoi sapere quando scrivo qualche cazzata? Iscriviti!

bottom of page