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Bagali emotivi

  • Immagine del redattore: Alice Gaglianò
    Alice Gaglianò
  • 28 nov 2024
  • Tempo di lettura: 3 min
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Ogni viaggio inizia con un bagaglio.


Uno zaino, un trolley da 23 kg, o quella borsa a tracolla che sembra leggera ma che ti sega la spalla a metà dopo venti minuti. A volte quello che ci portiamo dietro basta, altre volte ci rendiamo conto di aver esagerato. Tipo, davvero servivano 4 paia di scarpe per 3 giorni?

Ma c’è anche una categoria di bagagli che non si vede e che non sistemi mai sul nastro dell’aeroporto. E pesano, pesano tantissimo. Sono i bagagli emotivi.



Benvenuti su Wandermind


Questo è il primo articolo di una rubrica che ho pensato di creare per esplorare a modo mio la salute mentale e lo stare bene, argomenti che mi stanno molto a cuore.

E infatti ho scelto un argomento leggerissimo con cui partire, lo so, ma proprio ora intraprenderò un nuovo viaggio con una valigia pesantissima che mi porto dietro dall’anno scorso.

Affronterò un nuovo percorso di psicoterapia, e non è il primo, ma c’è qualcosa di diverso questa volta, una sensazione che non riesco a spiegare. Sento che ho una destinazione chiara in mente, ma non so ancora le coordinate. O il mezzo. Cosa mi serve? Un monopattino a noleggio? O un Airbus A350? No idea.


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Cos’è un bagaglio emotivo?

 

Un bagaglio emotivo è un insieme di situazioni emotive spesso difficili, traumatiche, stressanti, che abbiamo vissuto e che non abbiamo avuto la possibilità di elaborare completamente. Continuano ad occupare uno spazio importante nella nostra mente, influenzando in maniera negativa il nostro presente.


Ma quindi, come si fa? Possiamo disfarcene completamente e buttare tutto giù da un treno in corsa? No, credetemi non è una tecnica che funziona. Quello che posso dire, basandomi sulla mia esperienza, è che la chiave sta nel fermarsi e guardare dentro il bagaglio: capire cosa ci può servire, quale lezione o strumento utile possiamo estrarre dall’intricato e complesso vissuto che c’è dentro. Poi, in qualche modo, il resto inizierà a sciogliersi.



Il fiume e il manubrio


Avete presente “La città incantata”? se lo avete visto, probabilmente avrete già intuito quale scena sto per raccontare.


La protagonista di questo film, Chihiro, a seguito di alcune peripezie si ritrova a lavorare in un complesso di bagni pubblici per spiriti. Uno dei suoi primi compiti è lavare uno spirito fangoso e dall’odore nauseante. Chihiro intuisce presto che dentro di lui c’è qualcosa di incastrato, e all’inizio crede che si tratti di una spina. Con l’aiuto degli altri dipendenti, Chihiro lega una corda alla spina e inizia a tirare. Quando finalmente riescono ad estrarla, vedono che si trattava in realtà del manubrio di una bicicletta, e viene fuori insieme ad una quantità impressionante di rifiuti accumulata nel tempo. Solo allora lo spirito rivela la sua vera natura: era lo spirito di un fiume inquinato. Liberato dai suoi pesi, torna alla sua forma originale, pura e leggera, e per ringraziarli lascia sul pavimento delle pepite d’oro. 


Molto molto satisfying come scena.


Questo per dire che sì, occorre fatica per affrontare alcune situazioni, tantissima, il dispendio di energie può essere davvero alto. Ma il risultato può essere incredibilmente liberatorio. E siamo fortunati, a volte, ciò che rimane è qualcosa di estremamente prezioso.


Non affrettarti a giudicare


Per concludere, credo sia importante ricordarsi che tutti hanno un bagaglio emotivo. Non lo vediamo, perché a volte è invisibile o molto ben nascosto, ma è lì.

Per questo cerco di non giudicare le persone al primo sguardo. Non è facile, siamo spesso condizionati tantissimo dagli stereotipi, e nemmeno io ci riesco sempre.

E non voglio dipingermi come una  persona perfetta o incredibilmente gentile e buonista, perché proprio non lo sono. Ma ho imparato a richiamare un po’ di leggerezza nelle situazioni quotidiane, per poter accogliere le persone con un sorriso, un gesto gentile o una parola in più. Questi gesti possono davvero fare una grande differenza, non sappiamo mai quale peso stiano trascinando gli altri, e a volte basta davvero pochissimo per alleggerirlo, anche solo per un momento.


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