top of page

Come NON combatto la paura dell'aereo

  • Immagine del redattore: Alice Gaglianò
    Alice Gaglianò
  • 9 dic 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 2 lug



arrivo a Ponta Delgada, São Miguel, Açores
arrivo a Ponta Delgada, São Miguel, Açores

Tra il 2023 e il 2024 ho preso circa 50 voli, alcuni per piacere, altri per necessità. E credo di averlo nascosto bene, ma io ho paura dell’aereo.

Non è sempre stato così. Fino a qualche anno fa, prendere l’aereo era una routine. Quando i miei genitori abitavano a Vienna, volare era come prendere la metropolitana, niente di più facile per un milanese. Poi, tutto è cambiato. A un certo punto, l’ansia si è infilata nel mio cervello e ha deciso di prendersi la libertà di aggiungere la paura dell’aereo.


Tutto bene finché...


La cosa strana è che la paura arriva solo quando i motori vengono accesi. Fino a quel momento per me è tutto molto piacevole: l'arrivo in aeroporto, i negozi da curiosare, anche fare la fila per l’imbarco ha il suo fascino. E poi, che b-e-l-l-o ogni volta che passi la sicurezza nei nuovi metal detector in maniera liscia e senza intoppi. Insomma, anche questa fase fa parte del viaggio.

Poi faccio l’imbarco, trovo il mio posto, spero che nessuno mi faccia cadere il suo trolley in testa, e comincia la fase di rullaggio con tutti quei rumori assurdi. Sono sicura che un razzo della NASA ne produca meno.

Ed ecco, ci siamo.


Perdere il controllo


Abbiamo letto tutti quell’articolo che dice: “Volare è millemila volte più sicuro della macchina e blabla, non ha senso avere paura”. E lo so anch’io, razionalmente. Ma una paura, per definizione, non è razionale.

E comunque in macchina, se qualcosa va storto, puoi sempre fermarti, scendere, fare due passi, mandare a quel paese qualcuno o insultare il guidatore. Insomma, hai una via d’uscita.

In aereo? Niente. Sei bloccato in una scatola di metallo che vola, e soprattutto... non hai controllo sulla situazione. È questo il fattore scatenante per me. Ho bisogno di avere la situazione sotto controllo, o comincio ad avere vampate di calore e respiro corto.


Come la combatto?


Eh. Non lo faccio, in realtà. Semplicemente, accetto di conviverci. Mi faccio un bel respiro e salgo comunque. Perché la voglia di esplorare è più forte dell'ansia, e quindi provo a tenermi 'sto nodo allo stomaco per le relative 4-10 ore.

E quando la turbolenza arriva (perché arriva sempre) richiamo a me tutto ciò che ho imparato dalla meditazione e cerco di tenere il controllo, ma le sensazioni fisiche purtroppo le sento comunque: sudorazione, agitazione nello stomaco, respiro corto.

Ma se invece il volo è tranquillo, la crociera può anche essere piacevole. Mi metto le cuffie, guardo una serie, oppure mi dedico ai coloring book digitali sull’iPad. Sì, mi sento una bambina di cinque anni, ma se funziona, perché no? Regredire all’infanzia in certe situazioni è davvero confortante.



Il volo migliore...


Non tutti i voli sono un incubo comunque. Quest'estate il volo da Milano verso le Azzorre è stato uno dei migliori che abbia preso. Sono partita con la Sata Air Açores, ed era il volo inaugurale di questa nuova tratta, quindi eravamo in pochi a bordo.

E l'interno era diverso dalle solite compagnie low cost: tutto azzurro, col rumore dell'acqua in sottofondo... super calmante. Ci hanno anche servito il pasto a bordo dato che il volo durava comunque quasi 5 ore. E, visto che ogni tanto anche io comunque ho le botte di cul-ehm fortuna, quando siamo atterrati ci hanno anche dato degli omaggi! Erano super gasati da questo evento e ho pure fatto un'intervista in cui mi hanno chiesto come fosse andato il volo, troppo carini, giuro.



gli omaggi
gli omaggi

... E il volo peggiore della vita


Questo invece non risale a tanto tempo fa: Rio de Janeiro - Foz do Iguaçu.

Dio. Mio. Non scherzo quando dico che a un certo punto ho pensato: “Ok, è così che finisce”.

Stavamo viaggiando di notte, erano circa le 23:00 e c’era una specie di tempesta tropicale in atto, che sembrava avere come unico scopo quello di ribaltare l’aereo. Che tra l'altro era mezzo vuoto, quindi non potevo nemmeno usare quella tecnica del "Ok guarda gli altri, se sono tranquilli puoi rilassarti anche tu". Non aiutava oltretutto il fatto che, il giorno in cui avevo prenotato il volo, ne era precipitato uno in Brasile. Nonostante melatonina e ansiolitici, non sono riuscita minimamente a rilassarmi e a dormire. Non abbiamo avuto tregua finché non siamo scesi sotto le nuvole, e quando sono scesa dall’aereo avevo ancora le gambe che tremavano.


comunque vista assurda, per carità
comunque vista assurda, per carità

... Finora


Perché sì, forse, col tempo, questa ansia si affievolirà, ma una sensazione di disagio probabilmente rimarrà per sempre. E va bene così. Perché anche se vado in sbatti, continuerò a salire su quegli aerei. Per fortuna, il desiderio di visitare posti nuovi e di scoprire il mondo è più forte di qualsiasi paura.




 
 
 

Commenti


Vuoi sapere quando scrivo qualche cazzata? Iscriviti!

bottom of page